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“BEATI COLORO CHE CREDONO ”
IN CAMMINO CON LUI

Comunità Parrocchiale “S. Francesco d'Assisi” al Carmine – Giarre – Tel. 095/931533 Fax 095/7610576
www. parrocchiasanfrancescodiassisi2.191.it – sandia08@parrocchiasanfrancescodiassisi2.191.it
Anno 36° N°1/ 351 – SETTEMBRE – 2012
L’anno Pastorale è un “cammino di fede”. Lo è particolarmente quest’anno, nel quale il Santo Padre ha proclamato l’Anno della Fede, ricorrendo i 50 anni di inizio del Concilio Vaticano II e i 20 anni del Catechismo della Chiesa Cattolica. Ringraziamo il Santo Padre per questa opportunità così preziosa che ci consentirà di riscoprire la nostra vita da vivere nella fede cristiana.
L’Anno Pastorale inizia a settembre, con la programmazione, per concludersi a metà luglio con la Festa della nostra Madonna.
SETTEMBRE
Dal 5 al 7 settembre: Convegno Catechistico Diocesano. Siamo stati presenti in 3. Alla conclusione nel Santuario di Vena, il Vescovo ha consegnato una pergamena alle parrocchie presenti nella quale è riportato il Credo.
Nelle prime domeniche abbiamo continuato la distribuzione del Calendario Pastorale Parrocchiale.
Dal 17 in poi, come indicato nel Calendario Pastorale 2012/2013, si sono svolti gli incontri di programmazione dei vari organismi: Catechisti e assistenti, Animatori di Liturgia, Animatori e operatori Caritas e il Consiglio Pastorale Parrocchiale.
OTTOBRE
PREPARAZIONE PROSSIMA ALLA FESTA DEI SANTI FRANCESCO E CHIARA.
LUNEDI’ 1 OTTOBRE: ore 18.40: S. Rosario e supplica
ore 19.00: S. Messa – La Fede di Francesco e Chiara.
MARTEDI’ 2 OTTOBRE: ore 18.40: S. Rosario e supplica
ore 19.00: S. Messa – La Beatitudine di Francesco e Chiara.
MERCOLEDI’ 3 OTTOBRE: ore 19.00: Celebrazione del transito di Francesco e Chiara.
ore 20.00: Serata di Fraternità
GIOVEDI’ 4 OTTOBRE: FESTA DEI SANTI FRANCESCO E CHIARA
ore 7.30 e ore 19.00: S. Messa, presieduta da Mons. Giuseppe
Malandrino, Vescovo Emerito.
LA BENEDIZIONE DI FRANCESCO E DI CHIARA SUL NOSTRO CAMMINO DI FEDE |
“CREDO IN UN SOLO DIO, PADRE ONNIPOTENTE,
CREATORE DEL CIELO E DELLA TERRA”
Nella seconda pagina di questo foglio parrocchiale, per tutto l’Anno della Fede, riporteremo le riflessioni che il Santo Padre ci ha offerto sul “Credo”, nel suo libro: “La gioia della Fede”.
Esiste un solo Dio, che è il Creatore del cielo e della terra e perciò è anche il Dio di tutti gli uomini. Due fatti in questa affermazione sono singolari: che veramente tutti gli altri déi non sono Dio e che tutta la realtà nella quale viviamo risale a Dio, è creata da Lui. Certamente, l’idea di una creazione esiste anche altrove, ma solo qui risulta assolutamente chiaro che non un dio qualsiasi, ma l’unico vero Dio, Egli stesso, è l’autore dell’intera realtà; essa proviene dalla potenza della sua Parola creatrice. Ciò significa che questa sua creatura gli è cara, perché appunto da Lui stesso è stata voluta, da Lui “fatta”. E così appare ora il secondo elemento importante: questo Dio ama l’uomo. La potenza divina che Aristotele, al culmine della filosofia greca, cercò di cogliere, è sì per ogni essere oggetto del desiderio e dell’amore, ma essa stessa non ha bisogno di niente e non ama, soltanto viene amata. L’unico Dio in cui Israele crede, invece, ama personalmente. Il suo amore, inoltre, è un amore elettivo: tra tutti i popoli Egli sceglie Israele e lo ama – con lo scopo però di guarire, proprio in tal modo l’intera umanità. Egli ama, e per questo suo amore può essere qualificato senz’altro come Eros, che tuttavia e anche e totalmente Agape.
La nostra professione di fede inizia con le parole: “Credo in Dio, Padre Onnipotente, Creatore del cielo e della terra”. Se omettiamo questo primo articolo del Credo, l’intera storia della salvezza diventa troppo ristretta e troppo piccola. La Chiesa non è una qualsiasi associazione che si occupa dei bisogni religiosi degli uomini. Essa porta l’uomo in contatto con Dio e quindi con il principio di ogni cosa. Per questo Dio ci riguarda come Creatore, e per questo abbiamo un responsabilità per la creazione. Solo perche Dio ha creato il tutto, può darci vita e guidare la nostra vita. La vita nella fede della Chiesa non abbraccia solo un ambito di sensazioni e di sentimenti e forse di obblighi morali. Essa abbraccia l’uomo nella sua interezza, dalle sue origini e in prospettiva dell’Eternità. Solo perché la creazione appartiene a Dio, noi possiamo fare affidamento su di Lui fino in fondo. E solo perché Egli è creatore, può darci la vita per l’Eternità. La gioia per la creazione, la gratitudine per la creazione e la responsabilità per essa vanno una insieme all’altra. San Giovanni, nelle prime pagine del suo Vangelo, ha riassunto il significato essenziale del racconto della Creazione in quest’unica frase: “In principio era il Verbo”. In effetti, il racconto della creazione è caratterizzato dalla frase che ricorre con regolarità: “Dio disse …”. Il mondo è un prodotto della parola, del Logos, come si esprime Giovanni con un termine centrale della lingua greca. Logos significa “ragione”, “senso”, “parola”. Non è soltanto ragione, ma Ragione creatrice che parla e che comunica se stessa. È Ragione che è senso e che crea essa stessa senso. Il racconto della creazione ci dice, dunque, che il mondo è un prodotto della Ragione Creatrice. E con ciò esso ci dice che all’origine di tutte le cose non stava ciò che è senza ragione, senza libertà, bensì il principio di tutte le cose è la Ragione creatrice, è l’Amore, è la Libertà. Qui ci troviamo di fronte all’alternativa ultima che è in gioco nella disputa tra fede e incredulità: sono l’irrazionalità, l’assenza di libertà e il caso il principio di tutto, oppure sono ragione, libertà, amore il principio dell’essere? Il primato spetta all’irrazionalità o alla ragione? È questa la domanda di cui si tratta in ultima analisi.
Come credenti rispondiamo con il racconto della creazione e con San Giovanni: all’origine sta la ragione. All’origine sta la libertà. Per questo è cosa buona essere una persona umana. Non è così che nell’universo in espansione, alla fine, in un piccolo angolo qualsiasi del cosmo si formò per caso anche una qualche specie di essere vivente, capace di ragionare e di tentare di trovare nella creazione una ragione o di portarla in essa. Se l’uomo fosse soltanto un tale prodotto casuale dell’evoluzione in qualche posto al margine dell’universo, allora la sua vita sarebbe priva di senso o addirittura un disturbo della natura. Invece no: la Ragione è all’inizio, la Ragione creatrice, divina. E siccome è ragione, essa ha creato anche la libertà; e siccome della libertà si può fare uso indebito, esiste anche ciò che è avverso alla creazione. Per questo si estende, per così dire, una spessa linea oscura attraverso la struttura dell’universo e attraverso la natura dell’uomo. Ma nonostante questa contraddizione, la creazione come tale rimane buona, la vita rimane buona, perché all’origine sta la Ragione buona, l’amore creatore di Dio. Per questo il mondo può essere salvato. Per questo possiamo e dobbiamo metterci dalla parte della ragione, della libertà e dell’amore – dalla parte di Dio che ci ama così tanto che Egli ha sofferto per noi, affinchè dalla sua morte potesse sorgere una vita nuova, definitiva, risanata. (da “La Gioia della Fede” - Benedetto XVI. Pagg. 19 – 24).
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